diario dei giorni difficili .50

Sono ormai 90 giorni circa che esco a piedi per andare al lavoro. Generalmente mi reco in ambulatorio in macchina dopo i ben 50 km di strada per e da Carate dove studia mia figlia. Debbo dire che non mi è tanto dispiaciuto mettere a riposo la mia auto e camminare tutti i giorni. All’inizio ne ero entusiasta: uscire più tardi da casa e a piedi era una delizia. Ma già alla seconda settimana di “lockdown” mi sono resa conto di quanto fosse triste passare in pieno centro Lecco e vedere solo saracinesche chiuse: 400mt di sampietrini silenti, appena scossi dal mio procedere monotono e solitario. 90 giorni così avanti e indietro sempre uguali. Certo il cinguettio degli uccelli era chiarissimo e per fortuna allegro e spensierato, ma, assolutamente non consono al mio stato d’animo nè alla situazione triste e surreale che stavo vivendo. Non pensavo mi sarebbe mai capitato di considerarli antipatici!!

Ma oggi? Oggi, quanto ti ho aspettato, quanto mi sei mancato, ti ho atteso per quasi 3 mesi, sapevo avresti alleviato il velo di tristezza che da troppo mi offusca mente e cuore. E non importa se stamani sei stato freddo e quasi portavi pioggia, per me sei arrivato come il sole dopo la tempesta, come la panna sul gelato, come il sorriso del mio migliore amico dopo l’ultimo esame di università!!

Ho visto i volti della gente contenta finalmente, di aprire i loro negozi, di incontrare altri volti con la voglia di ricominciare a sorridere, a chiacchierare, a lavorare meglio e più di prima. I sampietrini sono quasi scomparsi, troppi passi, troppe scarpe e il cinguettio degli uccelli si unisce al vociferare della città che finalmente torna a vivere.

Buona ripresa a tutti, ve lo auguro di cuore. Vivere è un dono non sprechiamolo.

Annabella Burdi
21 maggio 2020

Annabella Burdi è medico di base a Lecco

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