Rinascere da un abbraccio. Il tango argentino

2 febbraio 2018

Cena della classe 5^A, 2 febbraio 2018

Rinascere da un abbraccio. Il tango argentino.

Nei piatti serviti il tango è stato imitato dal legame che abbraccia gl’ingredienti, per consentire e suggerire un’esperienza di gusto che ha allietato il cuore – e il palato! – dei commensali. Anzi, un concentrato di sensazioni, che ha avuto l’effetto di una sinestesia, di moltiplicare cioè, in una volta sola, tutti e cinque i sensi, più il sesto, quello dello spirito.

Ed ecco quanto scoperto coi ragazzi sull’origine del tango.

“Terra Argentea”: con questo nome, nel 1544, l’Argentina compare sulle mappe dato il prezioso metallo – plata, “argento” – che abbonda nel suolo della capitale, Buenos Aires, dedicata nel 1580 dagli spagnoli alla Vergine, Puerto de Nuestra Señora de los Buenos Aires.

Proprio sul Río de la Plata nasce il tango argentino, nella cui arte si mescono l’inurbamento multietnico massiccio, e i ritmi dell’Africa pulsante, insieme con numerosissimi immigrati dal Nord d’Italia tra Otto e Novecento – fra cui la famiglia Bergoglio, quella di Papa Francesco.

Il tango fiorisce nei quartieri popolari di Buenos Aires, i barrios, simbolo del bisogno d’integrazione tra i residenti e i nuovi arrivati, dando sfogo espressivo alla nostalgia di sradicati, alla solitudine, alla fatica, e però anche celebrando la gioia delle feste.

A motivo della sua indole corporale, il tango, nato nei bassifondi della capitale, fu dapprima rifiutato dal ceto borghese. Ma poi, ripulito da cattive frequentazioni e da acrobazie inopportune, facendosi più elegante e più armonico, ai primi del Novecento si affermerà e spopolerà in tutta Europa.

Il tango che conosciamo è l’esito di un concorso di stili che ogni patria d’origine – specie l’Italia – ha conferito a questa danza, e alle sue melodie cariche di eros e di malinconia struggente.

Il tango è un abbraccio, che tiene i tangueros, lui e lei, l’uno in faccia all’altra in un vincolo permanente, e li sospinge entro un disegno di calda, intensa armonia.

Il tango è musica, parola, danza: un turbine di emozioni, non per nulla celebrato da due celebri argentini: il grande poeta e scrittore argentino Jorge Luis Borges e l’insigne musicista (di nonni italiani) Astor Piazzolla. Perché chi si dedica a impararlo, insegnarlo, affinarlo, portarlo in scena, sa bene che il tango è insieme tecnica, geometria, comune sentire musicale, sintonia nell’incedere, gioco di sguardi.