Ispirato alla stessa intuizione del ristorante didattico, Dolceinmente è il nome del dessert col quale, solo pochi giorni fa, ci siamo presentati al Contest school host Milano, una competizione del settore ristorativo che ha lo scopo di valorizzare le eccellenze, le competenze e le capacità metodologiche acquisite dagli allievi degli Istituti Professionali del settore Servizi per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera d’Italia.

Siamo partiti – la nostra brigata fatta di 6 studenti e 2 docenti – letteralmente carichi di entusiasmo e curiosità, e con quella sana dose di ambizione che ci ha tenuti in subbuglio per tutto il tempo della performance, fino all’istante prima che proclamassero il vincitore. Anelavamo alla vittoria, al riconoscimento, al plauso. Volevamo portare a casa un qualche risultato, e ci siamo riusciti arrivando sesti su dodici concorrenti. Tuttavia, in effetti, qualcosa di grande lo abbiamo riportato: la consapevolezza, concordemente riconosciuta dalla giuria, che il nostro modo di fare scuola, oggi, travalica il mero insegnamento di una tecnica di cottura o della presentazione di un dolce o di una portata, guidando i nostri ragazzi all’interno di un costrutto culturale che ha al suo apice la produzione di un piatto. Insegniamo loro a essere dei “pensatori” di ricette che scavano nella storia, nella chimica, nella matematica e nella lingua, perché abbiano precisa cognizione di ciò a cui stanno dando vita. A questo si aggiunge l’ostinata volontà di forgiare professionisti che comprendano pienamente la complementarità tra sala e cucina, e l’assioma per cui il lavoro dell’una prosegue l’opera dell’altra e, sempre, ne esalta il valore.

I nostri ragazzi sono stati grandi, sono stati impeccabili, sono stati una squadra affiatata ed efficace. Con orgoglio, ma senza la minima ombra di presunzione, affermo che sono stati dei grandi chef, ovvero uomini.

Executive chef – Docente Ist. Alberghiero Don Gnocchi
Francesco Parravicini