diario dei giorni difficili .44

Io sono

Io sono – dice Dio – Signore delle tre virtù.
La fede è un grande albero, è una quercia radicata nel cuore della Francia.
E sotto le ali di quest’albero la carità, mia figlia la carità
Ripara tutte le desolazioni del mondo.
E la mia piccola speranza non è altro che quella piccola promessa di gemma
Che si annuncia proprio all’inizio d’aprile.
E quando si vede l’albero, quando guardate la quercia,
quella rude scorza della quercia tredici e quattordici volte e diciotto volte centenaria,
e che sarà centenaria e secolare nei secoli dei secoli,
quella rude scorza rugosa e quei rami che sono come una accozzaglia di braccia enormi,
quando vedete tanta forza e tanta rudezza la piccola gemma tenera non sembra proprio più nulla.
E’ lei che ha l’aria di essere parassita dell’albero, di mangiare alla tavola dell’albero.
Come un vischio, come un fungo.
Eppure è da lei che tutto viene invece. Senza una gemma che viene una volta, l’albero non sarebbe.
Ogni vita viene dalla tenerezza. Ogni vita viene da quella tenera, da quella fine gemma d’aprile…
Il più duro uomo di guerra è stato un tenero bimbo nutrito di latte; e il più rude martire, il martire più duro sul cavalletto, il martire dalla scorza più rude, dalla pelle più rugosa, il martire più resistente ai raffi e agli artigli di ferro è stato un tenero bambino latteo.
Senza quella gemma, che ha l’aria di non essere nulla, che non sembra nulla, tutto questo non sarebbe che del legno morto.
E il legno morto sarà gettato nel fuoco.
… La gemma non resiste sotto le dita e con un colpo d’unghia il primo venuto vi fa saltare via una gemma;
che sviluppata di farebbe un ramo più grosso della vostra coscia.
Perché è più facile – dice Dio – rovinare che fondare;
e far morire che far nascere;
e dare la morte che dare la vita.
Ora io ve lo dico – dice Dio – senza questo germogliare della fine di aprile, senza quelle migliaia, senza quell’unico piccolo germogliare della speranza, che evidentemente chiunque può spezzare, senza quella tenera gemma cotonosa, che il primo venuto può far saltare con l’unghia, tutta la mia creazione non sarebbe che del legno morto.
E il legno morto sarà gettato nel fuoco.
E tutta la mia creazione non sarebbe che un immenso cimitero.

Charles Péguy
13 maggio 2020

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