ASSASSINIO
NELLA CATTEDRALE
di THOMAS STEARNS ELIOT
Il Laboratorio teatrale degli studenti del “don Gnocchi” inaugura il programma del Centro Culturale di Milano per l’anno 2024–25
6, 7 e 8 ottobre 2023
venerdì 20 settembre 2024
Basilica di S. Simpliciano
Milano
Lo spettacolo, andato in scena nella suggestiva cornice della Basilica di Agliate, per tre serate consecutive all’inizio dello scorso anno scolastico, e nella Corte di San Tomé, ad Almenno San Bartolomeo, il 6 settembre, all’interno della XXI edizione del “deSidera Bergamo festival”, viene ora riproposto anche nel capoluogo.
Inaugurerà, infatti, la stagione di eventi del Centro Culturale di Milano, all’interno di un’altra chiesa romanica, la Basilica di San Simpliciano, contesto che ben si adatta alla natura di sacra rappresentazione con cui nacque l’opera.
Rappresentato per la prima volta al Festival di Canterbury nel 1935, Murder in the Cathedral è il primo dramma teatrale compiuto del grande poeta inglese Thomas Stearns Eliot, Nobel nel 1948.
Presentazione
Rappresentato per la prima volta al Festival di Canterbury nel 1935, Assassinio nella Cattedrale è il primo dramma compiuto del grande poeta inglese Thomas Eliot. E forse il suo capolavoro: poesia, dramma e prosa si intersecano in un equilibrio perfetto.
La storia così la sintetizza Eliot: “un uomo ritorna in patria, prevede che sarà ucciso, è ucciso”.
È la storia del santo Thomas Becket venerato martire inglese che il 29 dicembre 1170 venne assassinato da dei sicari per ordine del re Enrico II, che non accetta di non poter avere pieno potere anche sulla nomina dei vescovi. Ma della storia non si racconta tanto di più.
Eliot stesso afferma di “non voler scrivere una cronaca della politica del dodicesimo secolo”. Quello che al poeta interessa è concentrarsi “sulla morte e sul martirio”.
Il genere utilizzato per la scrittura del testo non è semplicemente la forma drammatica del teatro, quanto più quella della Sacra Rappresentazione.
È Sacra Rappresentazione perché la vicenda che in trasparenza si ripercorre è quella della Passione di Cristo: il ritorno in patria di Becket a Canterbury rievocano l’entrata di Gesù in Gerusalemme acclamato dalla folla; le tentazioni di Gesù nel deserto fino all’ultima tentazione nell’orto del Getsemani vengono rivissute dall’Arcivescovo negli incontri coi quattro tentatori.
È Sacra Rappresentazione perché la struttura è liturgica: si ripercorrono i passaggi della celebrazione eucaristica: dal pentimento fino alla redenzione finale. Lo confermano le indicazioni didascaliche che parlano più volte di inni sacri che si sentono in lontananza: Dies Irae, Te Deum… Gli spettatori udiranno inni tratti dalla tradizione liturgica copta. Becket quando sente di essere destinato al martirio, chiede ai suoi fedeli di pregare per lui e aggiunge che “forse lui non sarà l’ultimo martire”. La nostra rappresentazione vuole anche essere una memoria di tutti i martiri, anche di quelli venuti dopo l’Arcivescovo. Vogliamo ricordare i 21 nostri fratelli copti sgozzati il 15 febbraio 2015 sulla spiaggia di Sirte in Libia, a causa della loro fede in Cristo.
È infine Sacra rappresentazione perché è una storia sacra che riguarda tutti. Sacra perché del santo si racconta il solo vero unico grande miracolo dell’esistenza: permettere all’Eterno di farsi tempo presente. Permettere all’amore di Cristo di incarnarsi di nuovo nel tempo.
Andrea Carabelli
Regista