.Gianluca

martedì 13 ottobre 2020

Ieri mattina, in una tersa e calda giornata di sole, nella Chiesa parrocchiale di Lissone dedicata ai ss. Pietro e Paolo, si è celebrato il funerale di Gianluca Caligaris, il nostro studente quindicenne scomparso in seguito a un tragico incidente mercoledì 7 ottobre.
Come ci ha scritto il padre, è stata piuttosto una “festa d’addio”, di preghiera intensa e raccolta, nelle navate gremite (con ordine) di tanti amici: del “don Gnocchi”, della squadra di scherma e del circolo di vela, discipline sportive in cui Gianluca eccelleva e si spendeva con la stessa intensità che metteva negli esperimenti scientifici, che non soltanto eseguiva ma che s’ingegnava a costruire.

Lo portiamo nel cuore, stretti ai suoi amati genitori, e lo pensiamo come una presenza che misteriosamente permane in una nuova dimensione della vita, là dove speriamo un giorno di essere anche noi e di rivederlo a tu per tu, nella gloria di Dio che non ha fine.

Ieri, 12 ottobre, era la memoria liturgica del beato Carlo Acutis, morto a 15 anni dopo una vita immersa nel Mistero dell’Eucaristia. Preghiamo con fede e amore il coetaneo Carlo che accompagni Gianluca a stare per sempre con Gesù Signore della vita.

Luca Montecchi
Rettore

La pacifica quiete rilassava estremamente e sdraiandosi sul prato, guardando le stelle, più l’occhio si abituava, più si notavano stelle più piccole e fioche che sembravano comparire e scomparire lampeggiando e cambiando colore.

Ogni tanto si vedeva qualche stella cadente solcare il cielo fermo e fisso rendendolo più vivo e luminoso.

Splendida notte, tranquilla, calma un cielo terso e silenzioso ma reso vivo dall’ardere delle stelle.

Gianluca, Cala la notte sul Lago di Como

Pace e tranquillità aleggiavano nell’aria, il suono della natura pervadeva ogni cosa incantandomi ad ogni respiro, quella leggera melodia risuonava come un interminabile brano suonato da instancabili musicisti magici.

Quella beata aura di tranquillità dava un tocco divino a quel luogo e al paesaggio circostante, la leggera brezza creava sull’acqua piccole onde, che parevano rincorrersi a ritmo col melodico suono della natura dando inizio ad un’interminabile ludica danza sul mare.

Gianluca, La natura melodica

Quando si studia, al liceo – e questo Gianluca lo sapeva bene perché lo desiderava, lo cercava e, soprattutto, non ne era spaventato – ci s’industria, tutto il giorno, a imparare a far di conto, ad argomentare, a ragionare, a disegnare, a scrivere, a sperimentare, a programmare. Si fanno tante cose diverse, al punto che, alle volte, sembra di essere trascinati in un saltellamento impazzito tra universi così distanti e separati, dimenticandosi che, in realtà, tutto è unito. Esiste un fondo collante, che rende tutte queste facce, diverse e molteplici, un unico individuo: è l’io che incontra, passo dopo passo, il mistero della vita, della propria vita, e nella relazione alle vite di chi ci è compagno.

La scuola non è solo il luogo in cui s’imparano delle cose, è l’ambiente in cui si sta di fronte alla vita. Si vive; e questa non è una cosa che s’impara o si capisce, è una cosa che si fa.

La vita è fatta anche di quel momento misterioso e dirompente che è la morte: tanto dolorosa e straziante, quanto capace di generare. E il caro Gianluca, attraversandola, ce lo ha già mostrato.

Mercoledì mattina, il giorno dopo aver saputo di Gianluca, la scuola tutta si è radunata in giardino per pregare insieme; anche la luna, alta e brillante in un cielo straordinariamente terso, ascoltava. In quel momento la scuola, unita con la natura che abitiamo, era l’immagine di un unico cuore pulsante, un corpo unito, sì piegato nel dolore ma che non aveva la pretesa di dare un senso a quanto accaduto, piuttosto domandava la grazia di poter starvi di fronte. Un’unità viva, paziente e ricolma di speranza, tutt’altro che scontata, che si è resa nuova intorno a Gianluca.

Il sacrificio di Gianluca non solo è diventato possibilità di vita per altre tre persone, ma è già ora ragione di una rinnovata unione carica di vitalità nelle comunità che hanno avuto la fortuna di incontrarlo.

Certo, non posso smettere di pensare, con dolore, a come sarebbe stato poter continuare a ragionare insieme a lui di Fisica e di tutto il resto, ma affido a Dio la mia intelligenza, perché possa, io stesso, essere continuamente aiutato a riconoscere, nelle cose della vita, la Sua opera buona.

Insieme con tutta la scuola, ringrazio Dio di averci consegnato il dono di Gianluca e della sua famiglia.

Diego Mansi
Preside delle Scienze Applicate
lunedì 12 ottobre 2020