diario dei giorni difficili .32

23.4.2020: “Prof. ma il tema lo facciamo?”

Quello di stamattina è l’ultimo tema per i miei studenti di 5Apc…l’ultimo tema di un anno in cui “saranno tutti ammessi” e in cui “la prima prova non si farà”…

All’inizio del quadrimestre, quando ancora eravamo a meno di un metro di distanza, avevo fissato per il 23 aprile il tema in 5Apc. Lo avevo programmato per tempo, valutando bene il giorno in cui farlo svolgere di modo che fosse in un momento “strategico” sia per gli argomenti trattati, sia perché esattamente a metà tra il ritorno dalla famigerata “gita dell’ultimo anno” e la fine di quel lungo percorso articolato in 5 anni o più, a seconda delle tentazioni incontrate durante il viaggio. Al momento in cui lo avevo programmato, quello sarebbe dovuto essere il loro penultimo tema: tra questo e quello della I prova d’Esame ci sarebbe stata solo l’ultima simulazione. Anche per questa vicinanza alla “vera fine” – i miei studenti la chiamano così – avevo pensato moltissimo a una serie di aspetti “organizzativi”, certamente utili in una situazione di “normalità”, ma totalmente inutili in condizioni di pandemia… In effetti, a pensarci bene, avevo considerato tutto, tutto tranne che potesse scoppiare una pandemia, ecco. Me ne ricorderò per il futuro!
Ad ogni modo, il tema era lì. In un contesto in cui la gita non era mai avvenuta, il programma era stato “leggermente” rivoluzionato e le simulazioni d’esame erano state annullate, il tema rimaneva lì, già fissato nell’agenda virtuale del registro da mesi. E chiedeva la mia attenzione.
La questione “prove scritte” era emersa in un dialogo con qualche collega giorni prima:

– “Io per il 23 ho fissato il tema”
– ”Ma perché? Hai bisogno di voti?”
– “No, in realtà no…”
– “E allora cosa lo fai a fare?”
– “Beh… in classe lo avrei fatto, perché ora non dovrei?”
– “Mah… non so… e poi su Google Classroom… che ne sai che non copiano? Sarà tutto falsato… e poi te li devi correggere… ma chi te lo fa fare?”>/p>

Con i dubbi nati da simili conversazioni, venerdì scorso avevo avviato la video-lezione con la 5Apc: Pirandello, Sei personaggi in cerca d’autore. Bello, sempre bello.
Alla fine della lezione un ragazzo aveva la manina virtuale alzata:

– ”Prof. mi scusi, ma la prossima settimana c’è il tema… lo facciamo?”
– “Sì, certo. Ore 8:00, mi raccomando.”

Più nessun dubbio.
Proprio in quel momento, mentre i miei studenti me lo domandavano, quel dubbio, che come un tarlo mi aveva accompagnato nei giorni precedenti, si era dissipato e aveva trovato una risposta certa da dare loro: “Sì. Il tema lo facciamo.”
Sì. Ho deciso di lasciarlo proprio mentre spiegavo i Sei personaggi, proprio facendo lezione con loro, perché non si insegna e non si studia per nessun altro fine, se non quello di imparare a guardare sé stessi e il mondo. In questa prospettiva la scrittura è un’occasione troppo importante, troppo privilegiata per essere ridotta al “mi servono dei voti” o al “poi te li devi correggere”…e quindi sì, il tema lo facciamo, perché i temi non si fanno in preparazione dell’Esame di Stato, i temi si fanno per conoscere sé stessi e il mondo, i temi si fanno per imparare a riflettere e per avere il tempo di cercare le parole giuste per dire quello che si pensa, quello che si prova, per mettere nero su bianco l’anima e provare a guardarla.
E così quello di stamattina è l’ultimo tema per i miei studenti di 5Apc… l’ultimo tema di un anno in cui “saranno tutti ammessi” e in cui “la prima prova non si farà”…
Eppure, per quest’ultimo tema, fissato alle 8:00, già alle 7:50 di questa mattina ci sono tutti. Tutti presenti, in anticipo, per l’ultimo tema della loro vita.
E così, mentre loro scrivono e mi chiedono se mandare la foto della brutta “fatta a mano e in corsivo” (li ho “piallati” a sufficienza nei tempi passati) io penso e scrivo a mia volta:

“Tipologia C: Felicità……..”

Di solito inizio proprio così in 1ª: do ai miei studenti una descrizione da fare e la scrivo anch’io in contemporanea…
E oggi mi è piaciuto finire allo stesso modo: scrivendo con loro.

– “Prof. ho consegnato, può dirmi se lo vede?”
– “Sì, è arrivato. Grazie”.

Il tempo è finito, anch’io ho “consegnato” e il mio tema finisce così: “Dove c’è l’uomo, con tutta la sua umanità vera, c’è sempre una possibilità di vita vera…che egli sia in un parco, sulla luna o in una stanza, incollato dietro a uno schermo, il suo cuore non cambia, anzi, a volte, più si è circoscritti e più questo si fa sentire più forte. A ricordarci per Cosa siamo fatti”.

Grazie, ragazzi, per questo ultimo tema.

PS. Ovviamente loro non lo sanno ancora, ma sì, glielo manderò.

Serena Nostro
28 aprile 2020

Prof. Serena Nostro, già docente al “don Gnocchi”, oggi insegnante di Lettere in un Istituto Tecnico-professionale di Pioltello, Milano.

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