lettera di una ex-studente ad una mamma in procinto di scegliere il liceo per la figlia

Ciao, come va? Ho saputo che tua figlia l’anno prossimo inizia il liceo e immagino stia affrontando la fatidica scelta su quale liceo scegliere, perciò data l’importanza della scelta, ci tenevo a dirti due parole sulla mia esperienza.

Io a metà della terza media desideravo intraprendere il percorso del liceo artistico. Allora andai all’Open Day delle Preziosine di Monza: io rimasi contenta, i miei genitori non tanto… alla fine mi spinsero ad iscrivermi al Don Gnocchi. Inizialmente ero titubante, ma alla fine mi sono fidata. D’altronde i miei criteri di scelta del liceo a tredicianni erano principalmente due: una buona istruzione scolastica e l’aspetto estetico della struttura. Invece i motivi dei miei genitori, per cui mi mandarono al Don Gnocchi, erano ben più ampi: anzitutto al centro avevano l’educazione, cosa di cui io da tredicenne ne capivo ben poco, ma nel corso di questi cinque anni ho capito l’immenso valore dell’aspetto educativo. Per questo non smetterò mai e poi mai di ringraziare i miei genitori per avermi spinto a fare questa scelta.

Alla fine è giusto così, cioè che i genitori spingano i propri figli perché loro hanno in mente un bene più grande. Se ora sono la persona che sono è anche grazie a questa scuola. Sono entrata che vedevo lo studio solo come una fatica; sono uscita che lo vedo come un arricchimento.

La cosa per cui devo ringraziare il Don Gnocchi anzitutto è di avermi consegnato un metodo di studio e, per studio non intendo la misera ripetizione a pappagallo di quello che dice il prof, ma lo studio frutto di un ragionamento; ecco per questo stimo i miei ex prof, perché ci spingevano a ragionare, a fare fatica, a imparare, al fine di uscire dal liceo non per essere più bravi, perché nella vita ci sarà sempre qualcuno più bravo di te, ma per essere in grado di stare al mondo, di rispondere alle critiche che ti vengono fatte. Il secondo aspetto che mi sono tenuta di questa scuola è quello educativo: per cui nel corso degli anni ho avuto di fronte professori che erano disposti a seguirti, professori che facevano il loro lavoro con passione e interesse, aperti alle critiche e domande degli studenti. Così ad un certo punto, al mio quarto anno, confrontandomi con gli altri miei coetanei degli altri licei, vedevo che loro non facevano affatto la mia stessa esperienza, ma non perché il don Gnocchi fosse migliore delle loro scuole, ma perché come viene guardato il singolo al don Gnocchi non viene guardato da nessun’altra parte. Tanto che negli ultimi anni ai diversi incontri organizzati nella mia scuola, venivano anche loro; pensa persino i genitori di una amica ligure volevano mandarla al don Gnocchi. Ligure eh! Questo per dire che l’educazione è ciò che realmente conta, l’unico ragionevole criterio con cui scegliere il liceo; perché è quello il luogo dove si passa il maggior tempo della propria adolescenza: anni di cambiamento e di crescita.

Questa scuola mi ha fatto crescere tanto, ho scoperto cosa sia l’educazione, che penso che sia la cosa in assoluto più importante, perché forma un uomo. Tanto che sono arrivata in quinta, facendo una tesina proprio sull’esperienza educativa, strumento contro il terrorismo.  Come disse Nelson Mandela: “Education is the most powerful weapon, which you can use to change the world”. Probabilmente tu avrai già fatto la tua scelta con le tue buone ragioni, però mi prendo la libertà di dirti di non scegliere senza aver considerato quello che ti ho scritto, se no sarebbe davvero un peccato! Capisco che la distanza può essere un potenziale problema, anzi lo so bene, ho fatto cinque anni venendo da Monza, però sicuramente i mezzi non mancano. La distanza, costi ecc.. sì, sono un aspetto importante, ma l’educazione di più. Te lo dico da giovane, che vede ogni giorno riconfermato quanto è importante l’educazione per non finire a essere uno dei tanti sassolini trascinati dalla corrente!
Per me il don Gnocchi è stato un regalo grandissimo, al tal punto che spero davvero che i miei figli abbiano la possibilità di andarci. Bisogna avere il coraggio di mettere da parte il nostro pensiero di fronte all’evidenza.

Veronica

ex-studente